«Un giocatore non vince mai, significa che non si accontenta mai della sua vincita. Gioca e rigioca la sua somma, un circolo vizioso di denaro, deve appagare il suo impulso di giocare, non ride, non è soddisfatto, è gratificato in quel momento, ma pensa subito alla prossima scommessa, a come investire quei soldi. Questa è la storia di Francesco, un ragazzo di 20 anni, che scommette costantemente e vive in funzione di quei numeri. Francesco ha iniziato per gioco, accompagnato dal padre quando era ancora minorenne, “dai facciamo una scommessa”, una scommessa gli ha fatto scattare una scintilla, gli ha dato adrenalina, una sensazione di piacere in un mare interno di piattume emotivo, di vuoto e di incertezze. Si inizia sempre in maniera occasionale, senza alcun coinvolgimento emotivo estremo e poi man mano diventa un bisogno irrefrenabile che prende il sopravvento sulla vita. Si è trovato ad isolarsi per via del suo passare ore a scommettere, a ragionare sulle scommesse, a trovare situazioni su cui scommettere. Anche con gli amici, conoscenti, era tutta una scommessa, una ricerca di quella vittoria e di quei soldi. Una frequentazione dietro l’altra, non riusciva a portare avanti nessun tipo di relazione stabile e duratura, un lavoro dietro l’altro, perso perché la testa non funzionava, perché c’erano altri pensieri. Un viaggio, nella speranza di cambiare, ma i problemi, purtroppo, vengono con te, e allora si pensa che l’alcol e le canne possano essere una soluzione per governare i vuoti e gli stati emotivi, fino a comprendere che, forse, c’è un problema e che forse il problema non sono gli altri, ma sei tu».
Psicologo clinico e psicoterapeuta dell’età evolutiva e giovanile, la dott.ssa Maura Manca è anche presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza e membro dell’Advisory Board nazionale del Safer Internet Centre coordinato dal MIUR, progetto Generazioni Connesse (www.generazioniconnesse.it). Ha accettato di far parte della giuria di #iogiocodavvero come esperta e anche come divulgatrice del tema caldo dei giovani, essendo autrice del blog AdoleScienza de L’Espresso e consulente psicologo del programma televisivo in onda su Rai 2 Mai più bullismo: «Credo nell’importanza della prevenzione, del lavorare prima, non dovremmo arrivare alla “cura”. È importante fare informazione e formazione in questi casi e, con i ragazzi, funziona il farli lavorare concretamente, permettergli di esprimersi, di creare, di realizzare qualcosa ideato da loro. Questo consente loro di ragionare, di comprendere, di immedesimarsi e quindi di capire le conseguenze per riuscire a mettere uno stop prima che si superi quel limite. Il lavoro pratico è ciò che manca e questo progetto permette di fare prevenzione dando spazio a loro».
Quale è lo scenario attuale in merito alla diffusione dell\’azzardo e dell\’azzardopatia fra i giovani?
Si tratta di un fenomeno di cui si parla ancora poco, ma che in realtà coinvolge molti ragazzi che, sin da giovanissimi, iniziano a giocare d’azzardo e a scommettere online. L\’ultima indagine svolta nell\’anno 2017-2018 dall\’Osservatorio Nazionale Adolescenza, su un campione di 11.500 adolescenti italiani dagli 11 ai 19 anni, ha rivelato come la dipendenza dal gioco d’azzardo sia un fenomeno estremamente diffuso, da non sottovalutare e che riguarda soprattutto i maschi. È emerso, infatti, che il 15% dei ragazzi dai 14 ai 19 anni ha scommesso online in maniera sistematica, soprattutto sulle partite di calcio, il 13% ha giocato d’azzardo in rete, in particolare a poker, mentre il 25% si è recato direttamente nei centri scommesse, anche se vietato; circa 3 adolescenti su 10 hanno giocato nelle sale slot e oltre 6 su 10 hanno tentato la fortuna con il gratta e vinci. Le percentuali si abbassano nel campione dagli 11 ai 13 anni, anche se i dati restano piuttosto allarmanti, considerando che il 7% ha giocato d’azzardo online, l’8% si è recato nei centri scommesse, circa 1 su 10 ha giocato nelle sale slot e il 54% ha acquistato gratta e vinci. Con il trascorrere degli anni, dunque, la problematica tende ad aumentare e a radicarsi sempre più.
Come mai il gioco è così attrattivo per i giovani?
Il gioco rappresenta per i ragazzi un’evasione, un modo per non pensare ai problemi quotidiani, ma si trasforma facilmente in una ricerca continua della rivincita quando si perde e in una vera e propria perdita di controllo del proprio comportamento. I dati mettono in luce come la vulnerabilità di ragazzi così giovani possa rappresentare un fattore di rischio per il gioco compulsivo, andando ad interferire con le normali attività quotidiane come la scuola, lo studio, lo sport, le relazioni sociali e, nei casi più gravi, fino a sviluppare un disturbo da gioco d’azzardo patologico.
Quanto c’entra l’online?
Molto. Gli adolescenti non sono monitorati online, sono in balìa di se stessi e molte volte si dedicano a questi giochi perché non hanno altri stimoli dall’esterno: lo fanno principalmente per combattere la noia, per divertimento, per trasgredire, per ricercare nuove emozioni e sperimentare l’adrenalina di una potenziale vincita, per curiosità, perché lo fanno anche gli amici, per una sfida con se stessi e con la fortuna o per il bisogno di sentirsi vincenti almeno nel gioco. Inoltre, la diffusione di slot machine, sale giochi e centri scommesse senza adeguati controlli e la pubblicità continua sul Web e in tv, giocano un ruolo fondamentale nella diffusione del fenomeno.
Si dovrebbe cominciare da una educazione dei genitori?
Sì. Molte volte, infatti, i genitori sono all’oscuro di tutto, altre volte sono a conoscenza dei comportamenti dei figli ma ne sminuiscono la gravità: non è raro che i ragazzi facciano le prime scommesse proprio con i genitori, che vengano accompagnati dagli adulti di riferimento anche a ritirare la vincita, senza consapevolezza dell’esempio sbagliato che, in questo modo, si sta fornendo e del fatto che si sta compiendo un atto illecito, visto che si tratta di minorenni.
La pericolosità dunque nasce proprio quando il contatto con il gioco è troppo precoce…
…e, nella disattenzione degli adulti, può sfociare in un comportamento pervasivo. Si sottovaluta poi la forte presenza di siti di gioco online o di applicazioni sui social media in cui si viene tentati a giocare e a “puntare” soldi, che possono essere detratti dal credito del cellulare o da carte prepagate, spesso fornite dagli stessi genitori che non monitorano adeguatamente. L\’ampia diffusione dei giochi d’azzardo anche sul Web rappresenta un fattore di rischio che può, nel tempo, facilitare l’insorgere di una dipendenza, soprattutto nei più giovani.
Quali sono le dipendenze correlate al GAP?
Gli adolescenti che tendono a giocare d’azzardo e a scommettere, sia online che offline, sono solitamente ragazzi che presentano un’inclinazione verso il rischio e la ricerca di sensazioni forti, per cui sono maggiormente predisposti a mettere in atto anche altri comportamenti a rischio, legati ad esempio all\’uso di alcol o al fumo, come se li aiutassero a scaricare la tensione e l’adrenalina generata dal gioco. Si tratta di una condizione di rischio molto grave che può favorire, in questi ragazzi, lo sviluppo di dipendenze multiple: coloro che giocano d\’azzardo e scommettono in modo sistematico fanno spesso anche uso di bevande alcoliche, fumano sigarette, canne e fanno uso di sostanze stupefacenti, come droghe sintetiche e cocaina, e con più facilità mettono in atto comportamenti aggressivi, come ad esempio il partecipare a risse. Tutto questo, inevitabilmente, va a condizionare negativamente la loro qualità della vita, il sonno, il tono dell’umore, l’attenzione e la concentrazione con conseguenze anche sul rendimento scolastico e sulla loro salute. Poiché gli stimoli al gioco sono presenti in maniera pervasiva nella vita quotidiana fin dalla prima adolescenza, diventa sicuramente fondamentale porre maggiore attenzione al riconoscimento dei primi segnali che possono indicare la presenza di un comportamento di gioco compulsivo o potenzialmente problematico e, nel contempo, educare i ragazzi in modo tempestivo ed efficace sui rischi per la loro salute legati all’assunzione di sostanze e alla tendenza di scommettere denaro in giochi d’azzardo.
Cosa secondo lei si dovrebbe fare sia da parte delle istituzioni che da parte della società civile per \”guarire\” da quello che è diventato un problema di salute pubblica?
Per guarire ci deve essere un riconoscimento della malattia da parte del giocatore. Il problema è proprio qui, il gioco d’azzardo è una vera e propria dipendenza comportamentale che va ad intaccare le aree cerebrali della gratificazione, del piacere e della ricompensa. Significa che si ha il bisogno di giocare, si soddisfa una spinta interna che genera una sensazione di piacere. Per questa ragione è difficile che riconosca di avere un “problema”, troppe volte si sottovaluta la situazione o si nega la propria condizione fino a quando non si arriva a una vera e propria condizione di emergenza, quando il problema diventa manifesto e ha già intaccato le aree personali, sociali, familiari e relazionali. Si può quindi “guarire”, ma, data la complessità della situazione, affinché un intervento sia efficace, deve coinvolgere più professioni, deve essere multidisciplinare ed integrato. Il programma di recupero può andare, dal ricovero, nei casi più gravi, a un trattamento psicoterapeutico, intervento di gruppo e familiare. Si deve quindi attivare una rete di supporto e coinvolgere in prima linea l’ambiente in cui vive il giocatore.
2 commenti su “Maura Manca nella giuria di #IOGIOCODAVVERO”
Pingback: Gioco d'azzardo tra i giovani sempre più pericoloso e sempre più diffuso. #iogiocodavero un'iniziativa efficace | | AdoleScienza Magazine
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