Otto per mille Chiesa Avventista

Un semplice gesto di volontariato non illuminato dai riflettori dei media può portare tepore a un volto gelido immerso nella miseria e nel degrado.
La sensibilità per le emergenze si accentua solitamente nel momento in cui i media ci riportano le notizie, eppure siamo tutti coscienti che le situazioni che mettono a rischio la vita di numerose persone sono spesso, purtroppo, legate alla quotidianità.
Tra le tante situazioni emergenziali che hanno duramente colpito il nostro paese negli ultimi anni non possiamo assolutamente trascurare le tragiche, ma prevedibilissime e regolari, gelide presenze del Generale Inverno. A Roma vivono circa 6.000 “senza fissa dimora”: 4.000 dormono ogni notte in strada, 1.000 sono ospiti nei centri di accoglienza notturni del Comune e delle associazioni di volontariato, altri mille ancora occupano ripari di fortuna (fabbricati fatiscenti, baracche, ecc.). A Milano ne vivono 5.000, a Torino 2.000 e poco meno a Bologna, Napoli e Firenze.
Finita la stagione fredda si fa la conta di uomini e donne deceduti per strada, per la mancanza di un luogo caldo anche misero dove poter trascorrere la notte. Vittime di una vita che probabilmente non hanno saputo difendere, eredi di un disagio sociale diffuso, parcheggiati su una panchina, sotto un cartone per coprirsi e un bicchiere di vino per confidente.
Giuliano è uno di questi, vive per strada ormai da 2 anni, srotola il suo sacco a pelo ogni notte sul selciato della stazione di Roma Ostiense. La dipendenza dal gioco e dall’alcol gli hanno portato via tutto, l’unico amico rimasto a fargli compagnia è il suo cane che non aveva del resto altra scelta. Sul volto di Giuliano l’espressione di chi non vuole più sperare, non ce la fa. Osserva le gambe della gente che passa per prendere il treno, non ha voglia di incontrare i loro occhi perché non elemosina la pietà di nessuno, quello che conta per lui è superare la giornata con un pezzo di pane e qualche chiacchierata con i suoi “simili”. Nessun’altra aspirazione.
ADRA Italia (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) nel 2013 ha voluto puntare l’attenzione anche su persone come Giuliano e su un’emergenza regolare alla quale siamo purtroppo tutti assuefatti. Grazie all’intervento di gruppi di volontari lo­cali, disposti a intervenire nel silenzio della notte, è stato e sarà possibile prestare soccorso nei mesi invernali soltanto a 250 altri “senza fissa dimora” che sopravvivono a Roma. La stes­sa operazione è stata effettuata nella città di Torino.

L’impegno concreto dei volontari è quello di percorrere gli accampa­menti di fortuna, portando indumenti e bian­cheria pulita, cibo e bevande calde, coperte vere, ma soprattutto calore umano e affetto, cercando di alleviare i disagi pratici di questa categoria di persone quasi “invisibili”. Può sembrare un’attività enorme, tale da richiedere attenzione e impegno sovrumani… L’ingrediente fondamentale per questo interesse umano è invece la premura verso gli ultimi, i poveri, quelli che non contano nulla. Grazie all’intervento di gruppi di volontari locali, disposti a intervenire nel silenzio della notte, è possibile ogni anno prestare soccorso nei mesi invernali ad alcuni senzatetto che sopravvivono a Roma, Milano, Torino, Firenze.
Quando tutto tace, quando i servizi ufficiali sono chiusi: come gli occhi dei più.
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